Tidal la piattaforma streaming audio qualità Hi Fi, la prova

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Tidal image by prince faster
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Tidal o Spotify? Abbiamo fatto una prova di ascolto, ecco il risultato.

Fino a qualche tempo fa scaricavamo tera byte di file audio, collezioni complete, discografie complete e avevamo hard disk stracolmi di musica.

Oggi con l’avvento delle nuove tecnologie, gli hard disk, in teoria, non servono più perché basta andare su un qualunque servizio streaming e si ha a disposizione tutta (o quasi) la musica che vogliamo.

Tutto questo fino a qualche tempo fa aveva dei limiti derivanti dalla compressione dei file audio, in pratica la musica che ascoltavamo era solamente una piccola parte della musica che una band incideva su un disco.

Spotify

Questa piattaforma permette di ascoltare file mp3 compressi a 128 kbit/s per l’abbonamento gratuito, 320 kbit/s per quello a pagamento, una sozzeria se teniamo presente che un file di 3/4 minuti compresso in questa maniera pesa circa 3 mb, mentre lo stesso file non compreso 24 bit 192 khz studio master pesa circa 200/400 mb, anche un idiota quindi capisce che un file mp3 per poter pesare così poco viene privato di qualcosa, anzi, molto più di qualcosa.

Alla resa dei conti quindi, del nostro brano preferito noi ascolteremo solo una parte di ciò che effettivamente l’artista ha inciso. In pratica ci perderemo l’80% della canzone.

Per capirci meglio: se io ho una bottiglia che contiene dieci litri d’acqua, non potrò mai e poi mai mettere questi dieci litri d’acqua, in una bottiglia che ne contiene solo uno.

Ne perderò quindi nove.

E qui entra in ballo Tidal.

Cos’è Tidal.

Tidal è una piattaforma di streaming digitale nata nel 2015 e creata da una società scandinava, la Aspiro. Nel 2016 però, il famosissimo e ricchissimo rapper Jay Z decide di comprarsela per farla diventare “la piattaforma dei musicisti”, a quel punto chiama artisti di tutto il mondo per lanciare il marchio.

Musicisti del calibro di Jack White uno che ha sempre schifato gli mp3, accetta e si associa a Tidal, assieme a lui troviamo Alicia Keys, Daft Punk, Coldplay, Arcade Fire e molti altri.

Il front end è più o meno simile a Spotify, sfondo nero, ha le sue belle top 20, 30, 40, i generi musicali, playlist, brani, preferiti, video, insomma non solo non gli manca nulla, ma a differenza dei suoi “competitor” ha davvero una marcia in più.

Ad oggi Tidal ha circa 40 milioni di brani, Spotify circa 45 milioni.

I dispositivi su cui si può usare Tidal sono praticamente tutti; Windows e Mac e tramite browser, su tablet e smartphone Android e iOS.

Perchè Tidal è diversa da Spotify!?

Tidal usa formati audio lossless (compressione senza perdita di dati) quindi qualità “Hi Fi” di brani musicali e video, l’ascolto della musica ne guadagna e ne guadagnano anche le nostre beneamate orecchie.

Ovviamente per avere uno streaming così importante il prezzo da pagare è più alto, circa 20 euro al mese contro i 10 di Spotify per ascoltare però musica a cazzo di cane. Va detto che anche Tidal da la possibilità di ascoltare musica compressa come Spotify, 9 euro al mese.

In realtà Tidal non è affatto un competitor di Spotify in quanto adotta una filosofia completamente diversa da Spotify; Tidal punta sulla qualità audio, e se siamo appassionati di musica, beh, la vogliamo ascoltare nel miglior modo possibile, altrimenti che gusto c’è!? Altrimenti diventa tutto uguale al tutto, e tutto assume risvolti deprimenti e banali.

Detto ciò, mi sono preso la briga di testare le due piattaforme.

Apparecchiature usate per il confronto:

Un normalissimo pc, una banalissima scheda audio Steinberg UR242, due diversi modelli di cuffie anche loro “consumer”; la stra famosa Sony MDR 7506 ed una Sennheiser HD 25 C II, niente quindi di economicamente impegnativo.

La Sony MDR 7506 è più brillante ma non troppo bilanciata, sulle frequenze basse perde di importanza; eroga 1 watt di potenza con una pressione di circa 100 db. E’ senza dubbio un dignitoso compromesso qualità prezzo.

La Sennheiser HD 25 C II, detta anche spacca timpani, ha una pressione di 120 db, eroga ben 2 watt e va da 16 a 22000 Hz. E’ una cuffia impegnativa, l’archetto è una specie di tenaglia e non è consigliata per lunghe sedute di ascolto, è però leggera come una piuma e suona davvero molto bene, bassi importanti ma frenati, alti ottimamente armonizzati con il tutto, spinge che è una meraviglia, ovviamente è tutto commisurato al prezzo di queste cuffie “consumer”.

Per puro divertimento, in una seconda prova, ho usato un amplificatore per cuffie valvolare classe A ibrido, un Aeron HA 102 (circa 150 €) anche qui c’è da dire che l’ascolto ne guadagna, perché questo piccolo ampli dà quel pizzico di calore alla musica che i file audio purtroppo non hanno.

In alternativa potete divertirvi spendendo molto meno, ad esempio prendendo un Hoomya o un Smls.

N.B. – Non ho usato diffusori per scelta tecnica.

 

Tidal contro Spotify, la prova di Prince Faster.

Il test è stato eseguito nel seguente modo:

Ho preso come brano test, una canzone che conoscevo a memoria, Enter Sandman dei Metallica.

Ho aperto le due piattaforme, ho caricato i brani e li ho fatti partire switchando da una piattaforma all’altra in test cieco (a swithcare non ero io).

Credetemi, e non date retta alle frotte di parolai che vi raccontano che la differenza non c’è, perché non è assolutamente vero, la differenza c’è e si sente.

Al minuto 0,20 parte la prima frustata di Lars Ulrich, con Spotify la dinamica è umiliante ed è ovviamente ai minimi termini, con Tidal, Lars Ulrich ti perfora un timpano, Robert Trujillo fa sentire la sua presenza massicciamente, e finalmente si riescono a sentire tutti gli strumenti distinti e separati con una pressione sonora da far vergognare un Cd.

Tidal offre una esperienza di ascolto di altissimo livello, una gran bella dinamica, una scena sonora appassionante, e il suono risulta pulito e brillante.

Con Spotify tutto ciò non esiste, tutto è grigio, piatto, senza dinamica, senza colore e soprattutto senza anima.

Per fare un paragone piuttosto calzante, possiamo affermare che: Spotify sta alla musica come Mc Donald’s sta al cibo.

Conclusioni.

Ovviamente se ascoltate musica da smartphone che ha “convertitori” da 50 centesimi e delle cuffiette da 10, questa differenza non la sentirete, per cui spotify sarà perfetto per voi e avrete una esperienza di ascolto appena sufficiente.

Se però la musica è la vostra passione allora sarebbe opportuno che decidiate di investire qualche soldo in più sugli apparecchi da utilizzare per ascoltare musica, magari rinunciando a comprarvi un drone, o uno smartphone di ultimissima generazione, o un bel paio di scarpe fiche, ma si sa…ognuno ha le proprie priorità, per cui a voi la scelta.

La morale di tutto questo è:

Ascoltate musica, ascoltatela in qualunque modo, in qualunque formato e con qualunque supporto, ma ascoltatela, perché la musica fa bene e rende meno grigia la vostra vita.

La prossima volta parleremo anche di un altra interessante piattaforma streaming Hi Fi, Qobuz alta risoluzione. La piattaforma permette anche il download dei brani in altissima qualità, cosa che le altre piattaforme non fanno.

Prince Faster

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