In arrivo il Miles inedito di “Rubberband”
La Rhino/Warner ha annunciato la pubblicazione il 6 settembre del 2019 di un album inedito di brani in studio registrati da Miles Davis anticipato lo scorso anno dal singolo “Rubberband EP” pubblicato per il Record Store Day 2018.
La registrazione del materiale dovrebbe risalire all’ottobre del 1985.
In questa fase il trombettista era passato dalla Columbia alla Warner Bros e malgrado le voci di corridoio avessero lasciato trapelare che Miles lavorasse a collaborazioni con i grandi della black music di quel periodo, come Prince, Chaka Khan e Al Jarreu, l’anno successivo pubblicò il minimalista “Tutu”, praticamente in duo con il bassista Marcus Miller.
Emerge oggi come Davis avesse registrato materiale rimasto incompiuto e che soltanto oggi con la supervisione del nipote, il batterista Vince Wilburn Jr, e del produttore-chitarrista Randy Hall, al quale Davis all’epoca si era rivolto, il disco troverà finalmente luce.
La fase anni ’80 di Davis è alquanto controversa.
Avversato dalla critica jazz già dal suo rientro sulla scena nel 1981 con “The Man with the Horn”, il trombettista aveva messo in piedi una band che si allontanava ancora di più dagli schemi del jazz classico di cui era stato protagonista fino a venti anni prima, rincorrendo le nuove pulsioni electro-funk della black music del periodo incarnate da Prince e da Michael Jackson.
Una sezione ritmica sempre più spostata sul funky (Marcus Miller e Darryl Jones al basso) con un uso sempre più massiccio di tastiere digitali (a partire dal mitico Yamaha DX 7), con la presenza di chitarristi inquinati dal blues-rock (John Scofield e Mike Stern) spostavano ancora di più i dischi di Davis verso il nuovo pubblico afro-americano ammaliato dai nuovi ritmi dance funk e poi hip-hop.
Grande scandalo diedero le versioni di “Human Nature” e di “Time After Time”, due hit di Michael Jackson e di Cindy Lauper, riproposte in chiave jazz-funk elettroniche, che scardinavano i modelli di reinterpretazione dei classici della musica di massa che il jazz aveva nella sua tradizione degli “standard”.
“Tutu” rappresenta un ulteriore scossone, l’elettronica diviene il fulcro attorno al quale i due protagonisti del disco (con qualche ospite) costruiscono gli arrangiamenti, e Davis sarà sempre più proiettato verso le più eccessive contaminazioni.
E in questa ottica di sperimentazione degli stili afro-americani a lui contemporanei sembra muoversi “Rubberband” per lo meno ascoltando il brano omonimo, nella versione del singolo.
L’altra track “Rubberband of Life” riproposta in versione vocale con la presenza della star Ledisi e di Lalah Hathaway lascia intravedere la possibilità di pensanti smanettamenti del materiale da parte della produzione attuale nel tentativo di massimizzare i profitti.
Il disco originariamente era prodotto da Randy Hall e Zane Giles, con l’ingegnere del suono Reggie Dozier, fratello della leggenda della Motown Lamont Dozier, e nel singolo omonimo vede la presenza di un ottimo Mike Stern alla chitarra.
Attendiamo con impazienza l’uscita dell’album augurandoci di trovare in questi momenti dimenticati la grande classe e la genialità di questo grandissimo artista.
Tracklist:
01. ‘Rubberband Of Life’ [Feat. Ledisi]
02. ‘This Is It’
03. ‘Paradise’
04. ‘So Emotional'[Feat. Lalah Hathaway]
05. ‘Give It Up’
06. ‘Maze’
07. ‘Carnival Time’
08. ‘I Love What We Make Together’ [Feat. Randy Hall]
09. ‘See I See’
10. ‘Echoes In Time/The Wrinkle’
11. ‘Rubberband’