Giovedì 30 settembre 2021, dopo una lunghissima attesa causa covid, è finalmente uscito il 25° film della saga più longeva della storia del cinema, 007 “No Time To Die“.

Vidi per la prima volta James Bond grazie a mio padre, non ricordo che anno fosse ma ero veramente piccolo e l’interprete era Sean Connery, doveva essere “Goldfinger” perché mi rimase impressa la scena della ragazza verniciata d’oro.

“No Time To Die“ l’ho visto in una sala Imax, schermo totale cielo/terra gigantesco e curvo, altissima definizione, impianto audio davvero importante (consiglio fortemente).

Dico subito che il film non è come me lo aspettavo, o forse mi aspettavo troppo da un film che sanciva la fine del “capitolo” Daniel Craig, film che lui non voleva assolutamente fare.

Gli intro dei James Bond.

Sono tutte azioni pazzesche, tutte girate ad una velocità folle (a seconda delle epoche dei film); tutte preludono ai titoli di testa “sequenze gunbarrel“.

No Time To Die.

Qui di sequenze che portano alla gunbarrel ce ne sono due, ma solo la seconda è d’azione.

L’inizio di Bond 25 però mi è piaciuto, forse perché diverso da tutti gli altri “intro” della saga, e devo dire che mi ha sorpreso, ho pensato che finalmente qualcosa di diverso e veramente nuovo stesse bollendo in pentola, e invece no; così dopo il secondo intro, Bond si trova in Giamaica, (come nel primo film “Licenza di Uccidere – Dr. No”), si sta finalmente godendo la meritata pensione.

E qui finisce il racconto altrimenti spoilero.

Perché non mi è piaciuto.

Sebbene duri quasi 3 ore, il film vola e non stanca. Annoiano i dialoghi tirati troppo alla lunga, annoiano le sequenze di “piangere”, mai state così tante in un Bond.

Daniel Craig recita alla Roger Moore, ovvero da stoccafisso, il suo è un cammino stanco verso il tramonto, annoiato, dove ogni cosa è un vuoto penumatico dovuto ad una svogliatezza disarmante, complici anche i personaggi alla “Grey’s Anatomy stagione 18” che gli sono stati affiancati.

Rami Malek, il cattivo.

Purtroppo non è un cattivo, recitazione ai minimi termini e fissità di sguardo, peggiore di quelle di Alberto Tomba in “Alex l’ariete” nel suo momento peggiore.

Rami Malek non sa fare quello che altri prima di lui hanno fatto, e cito solo: Mads Mikkelsen, Christopher Lee, per non parlare del mitico Oddjob, o peggio ancora di Gert Fröbe (Auriac Goldfinger)

La non Bong girl, Léa Seydoux.

Vorrei approfondire questo personaggio, ma qualunque cosa scriva potrei spoilerare.

Va detto però, che nonostante tutto all’interno del film, sarà una figura cardine e con sorpresa inaspettata.

Recitazione ai minimi termini e da soap, anche Michelle Hunziker di “Alex l’ariete” le ruberebbe la scena.

Lashana Lynch, l’altro agente segreto, è assolutamente un personaggio marginale che nulla toglie o aggiunge alla pessima riuscita del film.

Molti rumors la darebbero come la nuova 007, ma dopo averla vista nel film, posso tranquillamente affermare che non sarà lei la nuova 007, non ne ha ne lo spessore ne la stoffa.

No Time To Die, ritorno alle origini.

Il film è tempestato di rimandi allo 007 del periodo Connery.

Anche quì, pur non svelandovi nulla e per chi ha memoria, posso dirvi che verrete travolti in un carosello di momenti che rimandano a: “Licenza di Uccidere”, “Missione Goldfinger”, “Thunderball”, “Si vive solo due volte” e finalone “Al servizio segreto di Sua Maestà”.

Come sarà Bond 26.

Ovviamente ancora nessuno lo sa, nel film però possiamo notare alcuni segnali rivelatori.

1 – La licenza di uccidere. Se ben ricordate, nel primo film “Casino Royale” e all’inizio, Daniel Craig non aveva il doppio zero, ovvero la “licenza di uccidere”.

2 – “No Time To Die“. pone fine all’era Daniel Craig ma, guardando il finale capirete molte cose che rimandano al primo punto.

3 – Colonna sonora dei titoli di coda. Importantissima e che rimanda al primo punto, e al periodo Connery/Lazenby.

4 – I gadgets da 007 esplosivi. Sono tantissimi e tutti rimandano al periodo Connery.

5 – L’orologio che uccide. Citazione fenomenale di “Dalla Russia con amore” che rimanda al periodo Sean Connery, anche se l’orologio non è il mitico Rolex Submariner, ma un Omega in dotazione da “VENDETTA PRIVATA” in poi.

6 – La “non Bond Girl“. Léa Seydoux interpreta la “non bond girl” Madeleine Swann. Quanto accadrà nella parte finale del film potrebbe essere il punto centrale per la nuova sceneggiatura del nuovo Bond 26, e non potrebbe essere altrimenti!

Il sesto punto potrebbe essere l’uovo di colombo per una serie/sequel televisiva (mai fatta sinora) di 007.

Conclusioni.

No Time To Die è secondo me, il peggior film del periodo Craig, noioso e senza colpi di scena (a parte uno, quello più spiazzante di tutta la serie Bond), privo di idee; idee che gli sceneggiatori vanno a saccheggiare dai vecchi film.

Rami Malek è il peggior cattivo di sempre, e gli altri personaggi che animano il film non sono da meno.

Un Bond così “stanco” non me lo sarei mai aspettato.

Prince Faster

 

Il mio nome è Bond, James Bond.

Tutte le sequenze gunbarrel.

Link Utili

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No Time To Die