Si lo so musica gratis nel web se ne trova a bizzeffe quindi perchè pagare anche solo 0,8 centesimi
di euro una canzone? per lavarsi la coscienza ? no per carità, la mia è una provocazione bella e buona perchè il monopolio di I Tunes non è lecito e sopratutto non ha nessuna giustificazione commerciale, figuriamoci etica, non è giusto in un mondo globalizzato laddove proprio le multinazionali evocano ad ogni piè sospinto il libero mercato ci troviamo strangolati da regole ed esclusive che impediscono libere scelte, impediscono la possibilità di poter acquistare musica dove e come meglio preferisco, al prezzo che ritengo più conveniente, oggi così non è.
Oggi non posso acquistare file ad alta qualità, non posso acquistare dischi che su I Tunes non esistono, posso solo comprare quello che decide I Tunes.
La qualità audio è la stessa, il database è mostruoso, se andate a leggere le info legali vi accorgerete che pagano la “siae” del loro paese, sempre in attesa di ciò che fin dalla chiusura di Megaupload vi avevo parlato cioè Megabox.
buona caccia
prince faster
Caro Prince, ricordo che già diversi anni fa si era affacciata sul mondo della Grande Rete una società russa che creò un portale che vendeva interi album a 4/5 €, dando la possibilità di creare un proprio account “ricaricabile” tramite carta di credito prima di acquistare “a scalare”. Talvolta era possibile scegliere la qualità (il bitrate) dei brani desiderati ed i tempi di download erano eccezionali.
Il fatto che il sito fosse disponibile anche in italiano la dice lunga sul successo che stava riscuotendo da noi.
Ora vado a memoria sugli avvenimenti, quindi potrei sbagliare qualcosa, ma nella sostanza questo successe.
Nelle loro note legali dichiaravano che fosse tutto legale poichè versavano i diritti alla siae russa (evidentemente poco esosa). La legislazione sovietica in fatto di diritti d’autore e tutela del copyright non era così “orpellosa” come in occidente.
Il tutto durò poco perchè, stando alla stampa ufficiale (ed alle notizie reperite in rete) i diritti versati erano relativi alla sola vendita in madre patria. Quindi i clienti stranieri stavano commettendo un illecito (si disse allora, e tutto è da verificare); poichè la società non faceva nulla per bloccare l’accesso agli stranieri e la vendita oltre confine dovette congelare gli account e chiudere.
Ricordo che subito dopo tale episodio le major (si scrive così?) e associazioni editrici a delinquere varie fecero pressione sul governo americano di allora (Bush jr) perchè inserisse negli accordi di “collaborazione”, scambio commerciale (ed aiuto) al governo russo in carica (Putin?) anche la regolamentazione, detta anche armonizzazione, dei diritti d’autore in senso più restrittivo. Bush si affrettò a farlo presentando un pacchetto “è così, tutto o niente”.
Oggi ci riprovano, ma temo che nulla sia cambiato. Bisognerebbe scoprire cosa prevede la licenza della Russian Multimedia and Internet Society (ROMS) a proposito della distribuzione tramite internet. Sul loro sito nelle note legali non usano mai la parola “international” o riferimenti chiari al fatto che siano acquistabili liberamente all’estero. Gatta ci cova.
bellissimo, peccato che ci siano solo file in formato mp3 e non in quelli ad alta risoluzione. Un occasione persa
@Fabrizio
ovvio che è un cavillo assurdo, se vado fisicamente in russia e mi compro in un negozio uno stock di 500 CD originali e me li porto a casa, che fai mi fai pagare la siae come se li avessi comprati in italia ? e basandoti su che prezzo ?
quando se la finiranno co’ ste cretinate non sarà mai abbastanza presto
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