10 dischi anni 60 stranissimi che forse non tutti conoscono

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10 dischi anni 60 stranissimi
photo from Discogs

10 dischi anni 60 quando il mondo della musica era un vero e proprio calderone in continua ebollizione, ne sono la prova questi 10 splendidi, quanto rari dischi usciti all’epoca.

Inutile negare un fatto palese a tutti, i 10 dischi anni 60 sono una infinitesima parte di ciò che esisteva, infatti in quel periodo tenevano banco gruppi quali: The Beatles, Beach Boys, The Doors, Velvet Underground, Bob Dylan Nick Drake, Cream, Kinks, Jimi Hendrix, ma la lista sarebbe davvero lunga; però oltre a questi super gettonati esisteva un sottobosco, un esercito di musicisti e band che facevano ottima musica, gruppi pressoché sconosciuti ai più, ma che comunque avevano un loro seguito.

Abbiamo quindi pensato di pescare 10 dischi anni 60 fuori dalle rotte più battute (Charles Mingus a parte) sperando di incuriosirvi.

Prince Faster.

10 dischi anni 60 che forse non tutti conoscono

  1. Nirvana – The Story Of Simon Simopath
  2. The Zombies – Odessey & Oracle
  3. Ruth White – Flowers Of Evil
  4. Spiral Starecase – More Today Than Yesterday
  5. Charles Mingus – The Black Saint and The Sinner Lady
  6. The Avengers – Medallion
  7. Dave Bixby – Ode To Quetzalcoat
  8. Attilio Mineo – Man In Space With Sound
  9. The Fool  – The Fool
  10. Federal Duck – Federal Duck

Nirvana – The Story Of Simon Simopath

Partiamo proprio da loro, i Nirvana, nome che oggi tutti associamo alla band di Kurt Cobain, in realtà questa formazione era inglese e fu per molti versi, non volendo, una vera e propria fucina di personaggi che in seguito si rivelarono figure centrali nel mondo della musica rock; Basti pensare a Brian Humphries, il produttore di Wish You Where Here dei Pink Floyd, o Muff Winwood fratello di Steve e componente dello Spencer Davis Group, oppure Lesley Duncan, o Chris Blackwell fondatore della Island Records, Christopher P. Thomas uno degli ingegneri che lavorò su The Dark Side Of The Moon, Sex Pistols, The Beatles ecc..

La band fece causa ai Nirvana di Cobain (pare si accordarono per una cifra importante).

Tra le tante cose bizzarre di questa pazza band inglese, fu quella di fare un album parodistico di cover proprio dei Nirvana di Kurt Cobain, era il 1996, il disco non venne mai terminato.

A questo link puoi ascoltare Lithium rifatta dai Nirvana originali.

Il primo album dei Nirvana “The Story of Simon Simopath” risale all’ottobre 1967 e fu uno dei primi concept album della storia, “Days of Future Passed” dei Moody Blues uscì a novembre 1967, e Tommy degli Who, solo nel 1968.

Se vuoi approfondire sui Nirvana degli anni 60.

>QUI< puoi ascoltare il disco in qualità CD.

The Zombies – Odessey & Oracle

Dei 10 dischi anni 60, questo è forse il disco più conosciuto di tutti, e The Zombies sono tra le band più note del lotto.

Famosissima la loro “She’s Not There” con la quale spopolarono in tutto il mondo.

The Zombies sono stati una delle formazioni più influenti della scena beat britannica, fecero solo due album poi si sciolsero, anzi no, in realtà Rod Argent fece capolino di tanto in tanto pubblicando qualche disco qua e la a nome The Zombies, non a caso nel 2023 uscirà un nuovo album “Different Game” che pare sia un gran bel disco.

>QUI< puoi ascoltare il disco qualità CD

Ruth White – Flowers Of Evil

Classe 1925, Ruth White è stata una straordinaria compositrice americana di musica elettronica e sperimentale, Ruth White pubblicò la sua prima opera nel 1947 “Songs From Japanese Poets”.

E’ stata una vera e propria pioniera nel suo genere, ed è stata una delle maggiori compositrici e sperimentatrici con il Moog; i suoi lavori ai sintetizzatori e con il Moog sono ancora oggi oggetto di discussione e di studio da parte di appassionati, studiosi, e musicisti.

Si costruì anche uno studio che poi è stato esposto al Fiske Museum for Musical Instruments di Pomona, in California.

>QUI< puoi ascoltare il disco qualità CD

Spiral Starecase – More Today Than Yesterday

Gli Spiral Starecase ebbero vita breve, nati verso la fine del 1964 fecero un solo disco per poi sparire nell’ombra, facendo capolino di tanto in tanto in qualche concertino.

Suonavano principalmente pop/beat basico e dalle timbriche piuttosto elementari, divertentissimo il video che vede il quartetto esibirsi in un impietoso playback con il bassista baffuto che ricorda tanto un noto “pianobarista” italiano.

Fecero un solo album nel 1969.

Charles Mingus – The Black Saint and The Sinner Lady

E’ senza dubbio il disco più importante di tutta la produzione Mingusiana, e rappresenta uno dei momenti più alti della musica afroamericana.

The Black Saint and The Sinner Lady  venne inciso in una unica sessione il 20 gennaio del 1963, Mingus fu accompagnato dalla sua band di 11 elementi con i quali suonava sovente.

Il disco è una lunga suite suddivisa in 4 movimenti ed è il racconto di un “conflitto perpetuo del popolo afroamericano contro un fato avverso che ne impedisce l’emancipazione da secoli.” cit. wiki.

Il disco è un vero e proprio tuffo nella musica degli anni 20 filtrata attraverso dinamiche sperimentali free jazz.

I quasi 19 minuti di “Mode D Trio And Group Dancers“, è forse una delle partiture più geniali mai scritte da Mingus.

>QUI< puoi ascoltare il disco in HI-Res 24/96

The Avengers – Medallion

Il sesto dei 10 dischi anni 60, è forse uno dei dischi più oscuri ed introvabili di tutti quelli della nostra lista, non solo, è rarissimo perché venne stampato in pochissime copie, e quelle rare che si trovano viaggiano a cifre pazzesche.

Di loro si sa veramente poco perché pubblicarono solo tre dischi, inoltre erano neo zelandesi, e in quegli anni far circolare un disco in Inghilterra, America, Europa era relativamente semplice, difficile era far circolare un disco della Nuova Zelanda.

Usci il 1 gennaio 1969/68, musicalmente gli Avengers si ispiravano ai Pink Floyd del periodo Barrett, e a dirla tutta i dischi da loro scritti non sono affatto male.

>QUI< puoi ascoltare il disco in qualità CD

Dave Bixby – Ode To Quetzalcoatl

Un disco assurdo, Dave Bixby è stato un cantautore americano, incise questo disco nella stanza di un amico, il disco se lo è auto prodotto, ne esistono pochissime copie e viaggiano sopra i 1000 dollari.

Il disco è composto da ballad voce e chitarra, i testi sono di stampo mistico religioso che inneggiano a Dio e alla spirito Quetzalcoatl che per gli Aztechi era il Dio del vento.

Inutile interrogarsi sul significato intrinseco dello strano mix mistico depresso, l’importante è riuscire ad arrivare alla fine del disco, allora si che riuscirete a vedere il Padreterno.

Attilio Mineo – Man In Space With Sound

https://youtu.be/a_5W_pKZv0c

Il disco spaziale stranissimo di Attilio Mineo, un altro dei 10 dischi anni 60 .

Attilio Mineo (28 agosto 1918) è stato un compositore americano, e questo disco uscì nel 1962. Fondamentalmente è un disco di musica sperimentale/spaziale assurdo, una vera e propria avanguardia nel suo genere, ma la cosa davvero strana non la scrittura delle parti, bensì è ciò che qualcuno sarebbe riuscito a scoprire; sembrerebbe infatti che queste composizioni non siano state scritte dal nostro Mineo, bensì da altri compositori.

Infatti, da alcuni commenti su Discogs, si evince che:

“la maggior parte o tutta la musica orchestrale (e forse elettronica) di questo album non è stata composta da Attilio Mineo, ma è stata presa dal catalogo della libreria di produzione Valentino / Major Records. Due dei compositori erano infatti George Chase (alias Michael Reynolds) e Roger Roger.”

E ancora:

il merito viene dato a Valentino (alias Major Records), un editore musicale di librerie di produzione. Ad esempio, parte della musica è stata effettivamente composta da George Chase e Roger Roger, che sono stati utilizzati anche per i vecchi documentari di Moody Science, sebbene senza i suoni elettronici aggiuntivi ascoltati in questa versione. Ciò che suona l’album per me è Mineo che monta e mescola insieme musica di varie librerie e suoni elettronici per creare ciascuna delle tracce. Resta da dimostrare se Mineo abbia davvero “diretto” un’orchestra per una ri-registrazione delle varie musiche di libreria utilizzate per questa pubblicazione.

Detto questo, “Man In Space With Sound” l’ottavo dei 10 dischi anni 60 è davvero un disco pazzesco, assurdo e folle, fatto di parti sperimentali e suoni meccanici con fughe verso la stratosfera, molto probabilmente il disco è stato composto per film e serie tv di fantascienza, ma un altra ipotesi, e forse molto più verosimile è la seguente:

“Una pietra miliare nella prima musica elettronica, Man In Space With Sound è stato commissionato come paesaggio sonoro per il Bubbleator, una corsa sui “mondi del futuro” alla Fiera Mondiale di Seattle del 1962. Il Bubbleator era un ascensore di plastica trasparente a forma di bolla da 150 posti, azionato da un assistente che indossava una tuta spaziale argentata lucida. Durante l’ascesa, il guscio esterno del Bubbleator sembrerebbe cambiare forma, dando l’impressione di vedere il mondo attraverso una lente color arcobaleno. La colonna sonora di Mineo combina brani modernisti con effetti sonori fuori dal pianeta accuratamente prodotti con la tecnologia pre-Moog”.

>QUI< puoi ascoltare il disco qualità CD

The Fool  – The Fool

Il disco è stato prodotto da Graham Nash, ma il disco è veramente delirante, uno strampalato mix tra psichedelia e folk giapponese, gaelico fricchettonico con in più delle cornamuse che in tutto questo delirio ci stanno anche bene, banjo compreso, e i Fool dovrebbero essere olandesi, ma anche qui si brancola nel buoi.

Anche in questo caso il disco è difficile da trovare, però lo hanno anche ristampato!!!

Federal Duck – Federal Duck

Ultimo dei 10 dischi anni 60 strani, è questo omonimo dei Federal Duck che fecero solo questo disco, poi con molta probabilità evaporarono.

Scherzi a parte, anche in questo caso di loro si sa veramente molto poco, si sa che erano della Pennsylvania, e siamo riusciti a risalire anche alla formazione, che era così composta:

Tony Shaftel (voce, basso), Jack Bowers (chitarra), George Stavis (chitarra, voce), Huck White (chitarra, corno francese), Ken Stover (tastiere, tuba), Bob Stern (basso, voce) e Timmy Ackerman (batteria, percussioni).

Il disco è uno dei tanti pastrocchi psichedelici che circolavano negli anni 60, c’è però da dire che alcuni brani non erano per niente male.

>QUI< puoi ascoltare il disco qualità CD.

Questo era l’ultimo dei 10 dischi anni 60 che abbiamo qui brevemente raccontato; è chiaro che il mondo musicale di quel periodo non si ferma qui, innumerevoli sono le band sconosciute ed oscure che affollavano la scena musicale dell’epoca.

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